La Struttura dell’Informazione
La Struttura dell’Informazione è l’involucro (“packaging”) di ogni conversazione, gestita e organizzata in base ai bisogni comunicativi dei parlanti (Krifka 2006). Le informazioni vengono distribuite sulla base di specifici requisiti di natura sintattico-pragmatica, i quali permettono di “veicolare significati diversi o aggiuntivi rispetto a quelli di una costruzione non marcata[1]” (Puglielli & Frascarelli 2008: 231). L’informazione può essere presentata come già nota all’interlocutore (in quanto parte delle conoscenze condivise o enciclopediche) oppure come in parte o del tutto nuova.
Gli studi sulla Struttura dell’Informazione hanno spesso generato confusione terminologica tra le categorie di Dato/Nuovo e Topic/Focus in quanto tendono a sovrapporre dimensioni diverse. Dunque forniamo una breve descrizione di alcune generalizzazioni proposte nella letteratura al fine di ottenere un quadro concettuale lineare.
La generalizzazione che al meglio definisci l’opposizione di Dato/Nuovo è quella fornita in Chafe (1987), ove l’autore mette in luce gli aspetti delle categorie in questione dal punto di vista psicologico. Un’informazione (o parte di essa) può presentarsi come {+/- nuova} se è stata {+/-attivata} nella memoria a breve termine (MBT) dei partecipanti alla conversazione: se nella MBT un concetto è già presente in quanto attivato dal contesto linguistico o extralinguistico esso sarà indicato come Dato; invece, se esso non è presente in quanto ha status psicologico inattivo viene indicato come Nuovo. Può accadere che un elemento precedentemente attivato si disattivi (semiattivo) se non viene più “ripreso” nel discorso. A tal proposito è interessante notare che uno stesso elemento può cambiare il grado di attivazione in base al processo cognitivo che interessa i parlanti durante la conversazione.
Dal punto di vista semantico-pragmatico, consideriamo l’analisi svolta in Krifka (2006) in cui viene utilizzato appropriatamente il termine di Topic e Focus per descrivere gli strumenti che i parlanti hanno a disposizione per pilotare la direzione della conversazione. Lo studioso propone le seguenti definizioni:
(1) Il Focus indica la presenza di alternative che sono rilevanti per l’interpretazione di una espressione linguistica α.
(2) Il Topic identifica l’entità o il set delle entità di cui l’informazione espressa nel comment viene immagazzinata nel contenuto del Common Ground.
Per interpretare le definizioni sopra esposte occorre distinguere il Common Ground content dal Common Ground management. Il primo è l’insieme delle proposizioni di cui i parlanti conoscono il contenuto vero-condizionale e che, quindi, costituiscono il contenuto della conversazione in un dato momento. Il secondo è l’insieme delle istruzioni fornite dai parlanti che hanno impatto sulla dinamica della conversazione (ad esempio, una domanda) e che propongono un aggiornamento del contenuto del Common Ground. Anche in Reinhart (1981), il CG non è semplicemente un insieme disordinato di entità e di ciò che viene detto a loro proposito, bensì un insieme di proposizioni che istruiscono il parlante sul “file mentale” da aprire (CG management) al fine di immagazzinare l’informazione (CG content).
In questo approccio semantico-pragmatico, il Focus fornisce un’informazione attribuendo, così, un valore all’incognita contenuta in una domanda formulata dal suo interlocutore. Questo valore non viene selezionato in un universo infinito, bensì fa parte di un insieme di possibili risposte (alternative) generate dal valore stesso di una data domanda (cfr. Büring 2005). L’alternativa selezionata corrisponde al focus della frase e questo significa che nessun’altra alternativa adeguata poteva essere selezionata per il parlante. Al contrario, l’entità evocata dall’autore in (2) è il tema del discorso, il quale fa parte delle conoscenze condivise in seguito a uno dei seguenti processi: a) ciò che si dice a proposito dell’entità in questione viene immagazzinata (stored) nel contenuto del Common Ground, diventando, così, informazione nota. b) Si può dar il caso, invece, che l’entità in questione sia già parte delle conoscenze condivise, in questo caso la file card ad essa associata viene “recuperata” dal Common Ground per essere “aggiornata” (update). Dunque, il Common Ground è come una ‘piramide’ nella quale vengono ‘depositate’ le file card; con il progredire della conversazione queste vengono torreggiate da altre file card. Tuttavia se il parlante dispone la “riapertura”di una file card, essa ritorna in cima alla piramide in funzione di Topic, in quanto corrisponde, citando Reinhart (1981), a “What the sentence is about”. In questo modo il Topic è stato definito senza far ricorso alla fuorviante associazione Topic/Dato.