I social media nelle scuole, un nuovo metodo di apprendimento
di Chiara S.
Nel corso dell’ultimo decennio, i social media si sono sviluppati enormemente e, ad oggi, fanno ormai parte della nostra vita quotidiana, talvolta influenzando le nostre scelte e i nostri gusti. Proprio per via della grande importanza che queste piattaforme digitali hanno nella nostra vita, negli ultimi anni, alcune scuole hanno scelto di integrarli nella didattica, rendendoli dei mezzi attraverso il quali gli studenti possano studiare, fare attività e pubblicare contenuti per mostrare il lavoro svolto in classe.
Secondo molti l’introduzione dei social media nel percorso scolastico di un alunno può portare immensi benefici, ma purtroppo anche dei risvolti negativi.
Nel 2016, l’Università degli Studi di Padova si è impegnata in una ricerca che aveva come scopo quello di capire fino in fondo le potenzialità, ma anche i limiti, dei social media nell’ambito educativo, prendendo in ampia considerazione le prospettive degli studenti e dei docenti della scuola italiana. Attraverso la ricerca, si è riusciti a scoprire che, sebbene molti pensino che i social media nelle scuole non porterebbero alcun beneficio, altrettante persone sostengono che ciò non corrisponde alla realtà. L’86,7% dei docenti e degli studenti intervistati per la ricerca ha infatti affermato che le potenzialità di queste piattaforme in ambito didattico siano molte. Tanto per cominciare, i social rendono possibile l’ampliamento dei contesti di apprendimento oltre l’aula, facendo sì che l’assimilazione di informazioni non avvenga in modo meccanico attraverso la memorizzazione di esse, ma bensì in modo costruttivo, vivacizzando i metodi di studio tradizionali. Inoltre, i social potrebbero essere utilizzato come una fonte dalla quale poter raccogliere e condividere informazioni utili ma anche scambiare idee e intraprendere dibattiti a fine costruttivo. Infine, attraverso queste piattaforme, gli alunni potrebbero apprendere i pericoli della rete, diventando così dei buoni “cittadini digitali”.
D’altro canto però, bisogna riconoscere anche gli effetti negativi che i social possono avere se introdotti nella didattica. La stessa ricerca ci mostra infatti che queste piattaforme possono avere degli eventuali risvolti negativi, soprattutto se non usati correttamente. Proprio per via del fatto che i social sono accessibili a chiunque e che è estremamente facile imbattersi in fonti non attendibili, i ragazzi potrebbero scambiare delle informazioni non veritiere come vere, finendo così per spargere le cosiddette “fake-news”. Inoltre, la ricerca mostra che l’introduzione di questi mezzi di studio nelle scuole può risultare in un alto tasso di dispersività e di distrazione tra i ragazzi. Infine, bisogna anche tener conto che attraverso queste piattaforme possono nascere episodi di cyberbullismo, un grave problema che negli ultimi anni è peggiorato sempre di più.
Nonostante ciò, alcune scuole ci dimostrano che è possibile prevenire gli effetti negativi dei social e promuoverli per i loro benefici. È il caso dell’Istituto scientifico Righi di Bologna che ha scelto ormai da diversi anni di adottare Instagram, uno dei social network più famosi del momento, e di utilizzarlo come canale attraverso il quale poter “svecchiare” i metodi di studio tradizionali e apprendere in un modo nuovo e divertente. Dando la possibilità agli alunni di scrivere creativamente testi su temi scolastici ma anche temi d’attualità, e di poter poi postare il loro lavoro, l’istituto ha quindi trovato il modo di rendere tutti gli studenti partecipi nelle lezioni facendo sì che nessuno resti indietro. Queste attività hanno inoltre reso gli allievi più uniti poiché essi hanno imparato come si lavora efficacemente in gruppo. Per sensibilizzare i ragazzi contro la violenza espresse nelle parole, soprattutto quelle scritte online, l’istituto ha inoltre organizzato un convegno intitolato “Parole a Scuola” il quale ha appunto aiutato gli studenti a diventare dei buoni cittadini digitali, limitando così il cyberbullismo. Infine, agli alunni viene anche insegnato come capire se un sito o un informazione è affidabile o meno, facendo sì che nessuno si possa sbagliare e finire col credere ad una “fake.news”. In questo modo, l’istituto è in grado di usare i social evitando gli effetti negativi.
In conclusione, i social media possono essere un modo efficace per studiare e possono quindi portare molti benefici se utilizzati correttamente e nel rispetto della comunità digitale. Come disse infatti una volta Malcolm X, politico e attivista per i diritti umani statunitense, “La scuola è il nostro passaporto per il futuro poiché il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo”. Qual è quindi oggigiorno il modo migliore di prepararsi per il futuro se non quello di ricevere un’educazione con l’aiuto dei social media, cioè le piattaforme che stanno già modellando il mondo di domani?